Quando visitare il Brasile
Publicado em 10/05/2021 06:22
Il Brasile è visitabile tutto l’anno, ma esistono periodi migliori a seconda della meta prescelta. Il clima può cambiare a seconda dell’altitudine e della vicinanza al mare, ma se si sceglie un posto al mare il clima è comunque ventilato.
Nelle principali città turistiche il clima è tropicale. La temperatura media annuale è di 28°C nel Nord del Paese e di 20°C al Sud. Nella zona equatoriale dell’Amazzonia, invece, dove sorgono le città di Manaus e Belém, le temperature medie sono molto elevate durante tutto l’anno: si va dai 24° ai 26°. Inoltre, in questa zona è presente molta umidità, rendendo il caldo meno sopportabile dagli europei, poco abituati alle alte temperature. Nel Nordest brasiliano, in città come Recife, Maceió e Salvador, le temperature medie restano tra 23° e 27°, arrivando al caldo più intenso da dicembre a febbraio. Nell’estremo opposto del Paese, a Rio Grande do Sul e Santa Catarina, il clima è subtropicale e, di conseguenza, le stagioni sono più definite. L’estate è calda, mentre durante l’inverno in alcune zone può fare molto freddo. La temperatura media annuale a Porto Alegre e Curitiba oscilla, infatti, tra 5° e 15°C.
Difficile che con un solo viaggio si possa conoscere il Brasile. Ogni regione ha le sue particolarità, diversità di paesaggio, ritmo di vita e clima. Il miglior periodo per visitarlo è verso la metà di settembre, quando non è ancora alta stagione, il caldo è più sopportabile e difficilmente si dovrà aprire l’ombrello. Ad agosto, invece, quando in Italia è piena estate, si rischia di beccare acquazzoni nel Nordest, pioggia e freddo a San Paolo e negli altri stati.
Dove andare in un primo viaggio? Il Paese é enorme. Non a caso lo chiamiamo il Gigante dell’America Latina. Il consiglio è quello di visitare Salvador da Bahia, Rio de Janeiro, Foz do Iguaçu e una destinazione ancora incontaminata: il Pantanal. A Bahia è possibile incontrare il Brasile dei mille colori e delle mille facce. Lì si può percepire l’influenza dei neri africani, che arrivarono nel Paese come schiavi, nella gastronomia, nel sincretismo religioso, nei rituali e nelle feste popolari. Salvador è anche la terra di Jorge Amado, uno dei più importanti scrittori brasiliani. Passeggiando per i vialetti della parte più antica della città, il Pelourinho, si possono riconoscere praticamente tutti gli scenari in cui sono state ambientate le trame dei suoi libri. Agli studenti di un livello A2 o B1, già in grado di capire i testi più complessi, consiglio sempre di iniziare il rapporto con la letteratura brasiliana proprio da Amado.
Rio de Janeiro è la più importante meta turistica non soltanto del Brasile, ma di tutto l’Emisfero Sud. È la città brasiliana più conosciuta all’estero, la seconda metropoli brasiliana dopo San Paolo, la sesta più grande dell’America e la 35esima nel mondo. Foz do Iguaçu, nello stato del Paranà, si può vedere con i propri occhi una delle cartoline brasiliane più famose: le cascate dell’Igauzù, in portoghese Cataratas do Iguaçu. Generate dal fiume Iguazú, sono le cascate più estese del mondo con una larghezza di 7.65 kmIl sistema è costituito da circa 275 cascate alte fino a 70 m e scorre lungo 4 chilometri del fiume Iguazù. La Garganta del Diablo (“Gola del diavolo”), sul lato argentino, una gola a forma di U profonda 150 metri e lunga 700 metri, è la più imponente, e segna il confine tra Argentina e Brasile.
Un luogo ancora non battuto dal turismo di massa è il Pantanal, nel Centro Ovest del Brasile. È considerata la più grande pianura alluvionale del mondo con un’estensione di 140.000 km² negli Stati del Mato Grosso e del Mato Grosso do Sul, e in parte in Bolivia e in Paraguay. Il WWF l’ha identificata come una delle ecoregioni del pianeta. Il Pantanal deriva il suo nome dalla parola portoghese”pântano”, che significa “palude”.Per godersi al massimo il viaggio, l’ideale è conoscere le basi della língua porteghese (l’inglese, soprattutto fuori dalle grandi città, è poco parlato). Basta un corso di 30 ore per apprendere le nozioni basiche dell’idioma, comprendere il 70% di ciò che si ascolta e riuscire a comunicare con la gente del luogo per le necessità essenziali.