La pronuncia del portoghese in Brasile
Publicado em 10/05/2021 07:00
In Brasile, da nord a sud, si parla un unico idioma, ma non in tutte le regioni è facile capire un brasiliano quando parla. La lingua è stata introdotta dai portoghesi, i primi colonizzatori, arrivati in Brasile nel 1500. Li trovarono gli indios, che parlavano il “Tupinambá” o “Tupi-guarani”. Con il tempo, la presenza dei gesuiti lusitani e il catechismo forzato del popolo indigeno, la lingua portoghese ha iniziato a sovrastare quella degli indigeni.
Nel 1757, la corte portoghese vietò l’uso del tupi-guarani. Due anni dopo, nel 1759, i preti gesuiti furono espulsi dal territorio, ma a quel punto il portoghese era già l’idioma più diffuso diventando cosi la lingua ufficiale. Con l’arrivo dei neri africani, portati in Brasile come schiavi, il lessico si arricchì di parole. Nonostante nel vocabolario portoghese brasiliano sia presente un vasto numero di parole ereditate dal tupi-guarani e dagli schiavi, in Brasile non ci sono dialetti. Ciò che cambia da una regione ad altra è l’inflessione e la pronuncia, ovvero il “sotaque”. Alcuni sono di più facile comprensione per uno straniero, altri meno.
L’accento e la pronuncia del Nordest del Brasile possono risultare più difficili da capire. Le persone parlano più velocemente e usano molte parole per intercalare, rendendo, spesso, il contenuto incomprensibile alle orecchie di uno straniero. In quelle zone, la pronuncia delle vocali è molto più aperta rispetto ad altre regioni.
Nel Sud, invece, la pronuncia è più simile a quella scritta e le parole sono più scandite, quindi, più facili da capire. A San Paolo, dove c’è stata una grande influenza dell’immigrazione italiana, l’accento è più aperto e la pronuncia più comprensibile.
A Rio de Janeiro i portoghesi hanno lasciato un forte segno. Un chiaro esempio è la pronuncia della lettera s che ha il suono del sc italiano, pronuncia molto marcata in Portogallo. La lettera r per i “cariocas” ha sempre un suono molo aspirato e questa è una delle grandi difficoltà degli italiani quando parlano il portoghese.
Nel Sudest del Brasile, Stato di Minas Gerais, le persone hanno la tendenza di non pronunciare le vocali finali, accorciando, in questo modo, le parole, soprattutto i diminutivi. Per “os mineiros” “bonitinho” diventa “bonitin”. La pronuncia che, invece, è uguale da nord a sud del Brasile è quella nasale. Nelle parole dove ci sono ão, am, em il suono uscirà sempre dal naso. All’inizio è un suono molto difficile per un italiano, ma con il tempo e con l’uso dell’idioma si impara. Alcuni dei miei studenti, con il tempo, riescono a perfezionare questa pronuncia rendendola quasi perfetta e l’unico modo di riuscire a riprodurre questo suono è usare l’idioma il più possibile, ascoltando, ripetendo e parlando.
In un viaggio in Brasile, a seconda del proprio livello del portoghese, non sarà semplice capire le persone del Nordest, ovvero da Bahia in su, e “os cariocas.” Se, invece, si possiede già un buon livello della lingua, diciamo almeno un B1, tutto sarà più semplice.